lunedì 28 ottobre 2013

OCCORRE AVERE CERTEZZE O DUBBI?


Un ambito della speculazione filosofica e psicologica piuttosto dibattuto è: occorre avere certezze o dubbi? Cosa è più utile? Cosa serve?
E’ intuitivo considerare che la certezza aiuta a decidere e a fare, e soprattutto riduce l’ansia, la paura di sbagliare.
D’altra parte il dubbio è il lievito della conoscenza. Nulla sarebbe stato inventato né concepito senza una profonda riflessione. E riflettere è verbo che ha in se la radice del verbo flettere con il rafforzativo “ri”, che indica il ripiegarsi su di sé…che è come dire smettere di agire, fermarsi a pensare, mettere in discussione ciò che si è pensato e fatto fino ad allora.
Ogni rivoluzione scientifica e culturale è passata attraverso la messa in dubbio delle certezze precedenti. Tutti gli innovatori hanno messo in dubbio la validità di ciò che c’era prima. Buddha, Gesù, Galileo, Darwin, Newton, i Curie, Tesla, Einstein e tutti gli innovatori in genere lo hanno fatto.
Quindi cosa occorre fare? Quale atteggiamento si dovrebbe avere?
Tutto nella vita dimostra che il cambiamento è necessario, l’osservazione della vita a tutti i livelli evidenzia che cambiare paradigma e comportamento è la chiave per andare avanti, sopravvivere e prosperare.
Il problema non è quindi se scegliere la certezza o il dubbio, ma in realtà la questione è: come devo rapportarmi alla situazione di dubbio, di cambiamento?
Il vero ostacolo al mettere in discussione le proprie certezze risiede nella REAZIONE che si ha di fronte a ciò. Di fronte ad un cambiamento si può averne paura, rifiutarlo, evitarlo, ignorarlo, contrastarlo, o…. accettarlo. Tutte le reazioni eccetto l’ultima, comportano dolore, perché si tratta di mettersi in dis-tonia con ciò che c’è.
Se invece di fronte all’incertezza che è rappresentata da un cambiamento, incertezza dovuta al fatto che le vecchie risposte e comportamenti non sono più adeguati, non sono più giusti, ci si pone con animo positivo ad accettare i nuovi parametri, ecco che il dolore si trasforma in gioia, entusiasmo, allegria, passione.
Ecco che quindi la capacità di ridefinire, cambiare, perfino cancellare le proprie convinzioni acquisite, è condizione fondamentale per il ben-essere.
Non solo. La capacità di modificare le proprie convinzioni, valori e fedi, stimola l’intelligenza, rende elastica la mente e soprattutto, mantiene lo spirito libero.
Ma come si accolgono idee nuove, nuovi paradigmi, nuovi schemi, nuovi valori, occorre anche mantenere il dubbio che questi nuovi valori possano essere transitori, temporanei ed anche erronei. Se non lo facessimo ritorneremmo nella situazione di rigidità, di immodificabilità precedente.
Ma allora cosa resta di certo?
La nostra capacità di continuare ad esistere ed Essere, al di là delle nostre “convinzioni”. Noi Siamo (e permaniamo) al di là di ciò che pensiamo.


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