martedì 17 luglio 2012

PARLARE IN PUBBLICO


L'approccio che si segue con l'EDA è radicalmente diverso dall'articolo qui sotto illustrato, che, va detto, è molto sensato, logico, e se ben applicato produce risultati. Potremmo quindi tenerlo per buono, no?
Ma il punto è un altro. I consigli qui evidenziati cosa hanno in comune? Sono tecniche di evitamento. Perchè sottolineiamo questo? Perchè tutti gli elementi consigliati, tranne uno, hanno come obiettivo quello di evitare di fare errori e brutte figure. Infatti "prepararsi" assolve a questo scopo, e così vale per "parla con una persona alla volta", che è un escamotage per non considerare "il pubblico". Allo stesso modo l'usare "umiltà e umorismo" ha la stessa finalità di evitare la reazione negativa del pubblico.
Come andrebbe allora impostata la questione?
La questione va impostata in modo completamente diverso: se infatti l'ansia è determinata dalla paura di non fare una bella figura, dalla paura del fallimento della performance, la riposta ottimale non è attuare azioni per cui questo non accada, ma liberarsi dell'ansia legata all'ipotesi del fallimento. Quando infatti il fallimento della performance potrà essere accettato con naturalezza e semplicità, l'ansia stessa scomparirà e permetterà all'oratore la massima naturalezza che gli consentirà la migliore delle perfomances. In questo senso l'unico dei consigli che opera in senso armonico al metodo EDA è "evita il perfezionismo" , perchè infatti abbassa il livello di ansia insito nella ricerca della perfezione.
Come quindi opererà l'EDA?
L'EDA andrà alla ricerca delle aree di NED (vedi presentazione) che "creano" l'ansia e le tratterà al fine di ottenere uno stato d'animo sereno ed imperturbabile ANCHE nell'ipotesi di una non perfetta performance oratoria.
Una volta ottenunto ciò, l'unico consiglio veramente utile sarà quello di prepararsi l'argomento, perchè anche se libero dall'ansia, un buon oratore è bene che sappia di cosa sta parlando.



PARLARE IN PUBBLICO 
(Fonte: http://www.efficacemente.com/2009/10/i-consigli-di-obama-per-superare-la-paura-di-parlare-in-pubblico/)


Qual’è la sua paura più grande?” Sembrerebbe che la seconda risposta più frequente a questa domanda sia la paura di morire. Indovina qual’è la prima? Hai indovinato: la paura di parlare in pubblico.


Parlare in pubblico ci terrorizza perché temiamo di essere giudicati, temiamo che il pubblico non faccia altro che osservare e criticare ogni nostra piccola imperfezione. Come ogni paura, anche la paura di parlare in pubblico nasce dentro di noi e si alimenta della nostra carenza di autostima.


In questo articolo ho scelto di non propinarti i soliti consigli triti e ritriti sul public speaking. Puoi trovarne decine con una semplice ricerca su google. Ho scelto invece di proporti i consigli pratici ispirati ad uno dei migliori oratori dei nostri tempi: Barack Obama.


Preparati.
Una volta Thomas Edison disse che il genio è per l’1% ispirazione e per il 99% traspirazione, ovvero sudore e duro lavoro. Nel corso della campagna elettorale Obama ha lavorato duramente con i suoi collaboratori per preparare al meglio ogni singolo discorso e per competere senza sorprese nei confronti televisivi. Conoscere la materia e aver affrontato il discorso di fronte ad uno specchio o a degli amici ti permette di affrontare il tuo discorso pubblico con maggior sicurezza. Prova inoltre a sintetizzare il tuo intervento in 7-10 punti chiave in modo da non perdere mai il filo del discorso.


Parla ad una persona alla volta.
Ciò che c’è di veramente terrorizzante nel parlare in pubblico è… il pubblico. Un insieme indistinto di occhi che ti fissano, in silenzio, in attesa del tuo discorso: sembra quasi un film dell’orrore! Obama ha tenuto il suo discorso di insediamento di fronte a circa 320.000 persone, per non parlare dei milioni di telespettatori; ma lo ha fatto con tranquillità sfruttando un segreto da vecchio oratore: ha parlato ad una persona alla volta. Osservandolo in video, noterai come il suo sguardo cerchi continuamente un punto di riferimento nel pubblico, senza mai nascondersi o abbassarsi. Impara a guardare il pubblico negli occhi, ma sempre una sola persona alla volta, ed il pubblico svanirà.


Sfrutta umiltà ed umorismo.
Iniziare un discorso ammettendo la propria paura di parlare in pubblico o il proprio nervosismo è allo stesso tempo un modo per esorcizzare tale paura e per accattivarsi le simpatie del pubblico. Questo non significa fare dell’umorismo forzato: sarebbe controproducente. Ma a volte è sufficiente dare risalto ad un evento inaspettato per creare empatia e simpatia nel pubblico. Quando hai paura sei concentrato su te stesso ed ogni imprevisto durante il tuo discorso ti destabilizza. Ma quando acquisisci sicurezza, gli imprevisti diventano il modo migliore per rompere il ghiaccio con il tuo pubblico: Obama e la suoneria dell’anatra è un ottimo esempio di come un imprevisto possa essere utilizzato per suscitare la simpatia del pubblico.


Evita il perfezionismo.
Ricercare la perfezione in un discorso, come nella vita, è una delle maggiori fonti di stress ed ansia. Se hai una certezza è che qualcosa andrà storto: la lampadina del videoproiettore si fulminerà, le stampe del report saranno errate o il teleprompter si schianterà al suolo. Non sottovalutare la fase di preparazione del tuo intervento, ma una volta sceso nell’arena impara ad affrontare gli imprevisti con disinvoltura: non pretendere di essere perfetto, cerca di essere il migliore.


Non avere fretta.
Se hai avuto l’occasione di assistere al discorso di un oratore impreparato, avrai avuto certamente la sensazione che quel palco scottasse. La paura di parlare in pubblico ci porta a parlare velocemente e a non concludere il nostro discorso in modo esaustivo, pur di terminare il più velocemente possibile questa tortura. Ma superare la paura di parlare in pubblico richiede un comportamento diametralmente opposto: impara a parlare lentamente, inserendo pause nel tuo discorso. Affronta ogni punto chiave del tuo intervento in modo esaustivo, chiarendo tutti i passaggi logici. Evita quei finali brutali, generalmente accompagnati da frasi del tipo: “io avrei finito”, “tutto qua”, etc; il pubblico vuole essere accompagnato: chiarisci fin dall’inizio la scaletta del tuo intervento e riproponila più volte durante il tuo discorso come fosse una mappa. Insomma, dai un ritmo al tuo discorso e crea enfasi intorno al finale.









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